Il Carattere Mutevole, Frazione Atto II e Atto IV di Shakespeare'Frazione
Il Carattere Mutevole, Frazione Atto II e Atto IV di Shakespeare
Nell’Amleto di Shakespeare, anche se il personaggio di Amleto rende simili punti di se stesso in soliloqui dell’Atto II e Atto IV, sembra essere meno auto-incolpare e più in controllo delle sue emozioni nell’Atto IV soliloquio.
Nel soliloquio dell’atto IV, Amleto è meno auto-incolpevole e più in controllo delle sue emozioni. Nell’atto II Amleto si incolpa per il ritardo nella sua vendetta, ” Oh, che schiavo rouge e contadino sono io!” (2:2:519). Sembra anche essere più auto-abusivo nelle sue espressioni, ” Perché, che asino sono io!” (2:2:553). La profonda depressione di Amleto si esprime attraverso il confronto di se stesso con le cose più basse e più inutili che possa pensare. Tuttavia, nel soliloquio dell’atto IV, Amleto usa la logica per ragionare sul suo ritardo nell’uccidere Claudio, ” Come tutte le occasioni informano contro di me e stimolano la mia noiosa vendetta!” (4:4:32). Mentre lui è ancora un po ‘ emotivo, lui è meno auto-abusivo e più in controllo dei suoi sentimenti, “Come stare allora, che hanno un padre ucciso, una madre macchiato.” (4:4:56). Il rimprovero di Amleto alle sue azioni è più delicato e meno dispregiativo. Usa la ragione per spiegare come certe occasioni lo hanno ritardato piuttosto che incolpare se stesso per aver fatto marcia indietro sui suoi piani.
In entrambi i soliloqui Amleto fa confronti tra se stesso e gli altri personaggi. Nell’atto II si confronta con un attore e nell’atto IV si confronta con Fortinbras. In entrambi i soliloqui Amleto usa i paragoni per mettere se stesso giù per non svolgere le sue azioni. Nel secondo atto Amleto è arrabbiato con se stesso perché non capisce come un attore possa emozionarsi così tanto per un discorso che sta leggendo, mentre Amleto, che è in realtà nella situazione reale, è passivo nelle sue emozioni, “Non è mostruoso che questo giocatore qui, ma in una finzione, in un sogno di passione, possa forzare la sua anima così alla sua presunzione.” (2:2:520). Nel IV atto Amleto esprime ammirazione per il coraggio Fortinbras’ e l’ambizione di avere successo e di lottare per il suo nome e onore, (“.guidato da un principe delicato e tenero, il cui spirito, con divina ambizione gonfiato.” (4:4:48). Sebbene entrambi i confronti siano diversi, sia l’attore che i Fortinbras fungono da modelli di ruolo per Amleto. Egli guarda alle loro azioni per stimolare la sua ambizione di vendetta.
Alla fine di ogni soliloquio Amleto raggiunge uno stato di risoluzione, in cui cerca di trovare certe verità su se stesso e sul mondo esterno.